Gli ultimi trial sulle nuove tecnologie farmaceutiche nello scompenso cardiaco

A cura di Letizia Rosa Romano e Daniel Ferraro

Il simposio dal titolo “Gli ultimi trial sulle nuove tecnologie farmaceutiche nello scompenso cardiaco”, moderato egregiamente dal Prof. P. Agostoni e dal Prof. F. Grigioni, ha fatto luce sulle ultime evidenze relative al trattamento farmacologico dello Scompenso Cardiaco; che rappresenta ad oggi una delle più grandi sfide della medicina moderna. Il Prof. G. Sinagra, ha illustrato il ruolo dell’Acetazolamide nello scompenso cardiaco riacutizzato, passando in rassegna i principali trial sull’argomento, come il DOSE trial e l’ADVOR trial, concludendo che in pazienti congesti con scompenso cardiaco cronico trattati con almeno 40 mg di furosemide (ma <80 mg e.v.), con GFR > 20 ml/min/1.73 mq BSA e con PA > 95 mmHg, l’aggiunta di acetazolamide ha favorito una migliore decongestione a 3 giorni, indipendentemente dal modello fisiopatologico di scompenso cardiaco (HFrEF; HFpEF) e ha ridotto di almeno un giorno la degenza. A seguire, il Prof. P. Perrone Filardi ha discusso di un farmaco ancora poco conosciuto ma molto promettente, il Vericiguat. Dopo aver esposto il meccanismo di azione della molecola, ha trattato le principali caratteristiche cliniche dei pazienti arruolati e i principali outcome del trial VICTORIA, concludendo che il Vericiguat vs placebo riduce significativamente le ospedalizzazioni per scompenso o la mortalità per tutte le cause, con un buon profilo di sicurezza ed efficacia. Infine, la Prof.ssa S. Nodari ha portato alla nostra attenzione le ultime evidenze sul Finerenone, un antagonista del recettore dei mineralcorticoidi di recente introduzione.

In particolare, ha sottolineato come il cuore e il rene lavorino in sinergia ed è quindi importante agire sui meccanismi che mirano al blocco della progressione della malattia cardio-renale. Nei trials FIDELIO-OKD e FIGARO-DKD il Finerenone ha dimostrato un minor rischio di insufficienza renale o di morte per cause renali e un minor rischio di eventi cardiovascolari. Per concludere, ha presentato un trial multicentrico ancora in corso, il FINEARTS-HF, il cui scopo è quello di dimostrare come rispetto al placebo, il Finerenone ridurrebbe la mortalità cardiovascolare e i ricoveri per scompenso cardiaco nei pazienti con FE >= 40%. Nella discussione si ribadiva l’importanza dell’implementazione della terapia attuale dello scompenso con questi nuovi farmaci, che si sono rivelati sicuri ed efficaci e meritevoli di ulteriori studi di follow up a lungo termine; ponendo anche l’attenzione sul potenziale effetto sinergico che questi potrebbero avere con gli attuali pilastri della terapia dello scompenso cardiaco.