LATE BREAKING TRIALS FROM ESC 2022

A cura di Serena Serratore e Daniel Ferraro

Il congresso dell’European Society of Cardiology rappresenta il punto di riferimento dei cardiologi di tutto il mondo. Come di consueto, anche l’edizione 2022 ha visto la pubblicazione di quattro nuove linee guida e la presentazione di importanti trials clinici. Tre di questi, sono stati discussi nel corso della prima giornata dell’83° congresso della Società Italiana di Cardiologia in un interessante simposio moderato dal Prof. Stefanini e dal Prof. Barillà. “Gli inibitori del P2Y12 diventeranno la nuova aspirina nel paziente con CAD?” Questa è stata la domanda rivolta dal Prof. Cirillo alla platea gremita all’inizio della sua presentazione. La risposta ci viene fornita dallo studio PANTHER, una meta-analisi di studi randomizzati controllati che hanno valutato l’effetto della monoterapia con inibitori orali del P2Y12 (clopidogrel, prasugrel o ticagrelor) rispetto all’aspirina su outcome ischemici ed emorragici in pazienti con malattia coronarica accertata. Sulla base delle evidenze disponibili, si è giunti alla conclusione che può essere giustificato il ricorso a lungo termine a un inibitore del P2Y12 in monoterapia per la prevenzione secondaria.

A seguire, il Prof. Niccoli ha presentato e discusso i risultati del trial FRAME AMI. Questo studio ha confrontato la PCI guidata da FFR con la PCI guidata dall’angiografia per le lesioni non IRA tra i pazienti con IMA e malattia multivasale ed ha dimostrato che la prima strategia è superiore alla seconda per quanto riguarda l’endpoint primario composito di morte per tutte le cause, infarto del miocardio o rivascolarizzazione ripetuta. Infine, il Prof. Patti ha analizzato i risultati del PACIFIC-AMI, uno studio di fase 2, che ha valutato la farmacodinamica, l’efficacia e la sicurezza di tre dosi di Asundexian (10 mg/die, 20 mg/die e 50 mg/die) rispetto al placebo nei pazienti trattati con doppia terapia antipiastrinica (aspirina e un inibitore P2Y12) a seguito di IMA. I risultati ottenuti, supportano, quindi, lo studio ulteriore di Asundexian in studi di fase 3 adeguatamente ampi quale anticoagulante potenzialmente più sicuro in pazienti post-IMA. Insomma, è stato un simposio veramente coinvolgente che ha rappresentato un momento di crescita per tutti noi!