Sostanze d’abuso: un problema crescente anche per il cardiologo

A cura di Monica Verdoia

Si è svolto giovedì 15 Dicembre in aula A alle ore 17 il simposio dedicato al ruolo delle sostanze d’abuso nel modificare il rischio cardiovascolare. Le tre brillanti relazioni hanno esplorato differenti campi del danno esotossico sul cuore, spaziando dalla fisiopatologia al danno ischemico e alle complicanze aritmiche. Ad accomunare i relatori è stato però un chiaro messaggio di allarme nei confronti dell’epidemiologia del problema, vista la sempre crescente percentuale di persone, soprattutto giovani, che utilizzano le comuni droghe, ma anche nuovi composti chimici, come gli “insospettabili” energy drink o sostanze “naturali” di derivazione dalle erbe. Il simposio è stato aperto dal Prof. Patti, da Novara, che ha enumerato i danni cardiovascolari correlati alla cocaina, sia dal punto di vista fisiopatologico sia descrivendo con precisione gli scenari clinici correlati. Successivamente, il Prof. Marzilli, da Pisa, ha discusso il tema delle sindromi coronariche acute correlate a sostanze, mostrandone i deleteri effetti su vasospasmo e aumentato tasso di dissezioni, anche con esempi angiografici.

A chiudere il simposio, la relazione del Prof. De Ponti, dell’Università degli Studi Insubria, che ha esplorato il problema dal punto di vista elettrofisiologico, sottolineando l’importanza di prestare particolare attenzione anche a sostanze non tradizionali, quali caffeina e taurina contenuti in molte bevande energetiche. Appare quindi necessario focalizzare l’attenzione sulla ricerca di una potenziale causa esotossica, in presenza di quadri clinici altrimenti inspiegabili, quali aritmie maligne o infarti a coronarie indenni, riuscendo a superare la reticenza del paziente a dichiarare l’abuso, per poter correttamente diagnosticare e trattare gli eventi cardiovascolari causati dalle sostanze, la cui prognosi, in caso di esposizione prolungata, appare spesso infausta.