Introduzione alla discussione
su Long COVID o PASC
A cura di Daniel Ferraro
La terza giornata dell’83 esimo congresso della Società Italiana di Cardiologia si è aperta con la discussione su un tema tanto importante quanto attuale in questa fase pandemica, la sindrome da Long COVID o, utilizzando il più recente acronimo proposto da molte società scientifiche e organizzazioni internazionali, PASC (post-acute sequelae of Sars-Cov2 infection). Nonostante la fase acuta della infezione da Sars-Cov2 sia stata chiaramente delineata, ancora molto si deve scoprire sulle sue sequele a medio e lungo termine. Molti i meccanismi e le manifestazioni che sono state correlate a questa condizione, di cui si è discusso nel contesto della tavola rotonda presieduta da dal Professore Claudio Borghi, dal presidente SIC Professore Ciro Indolfi, dal Professore Pasquale Perrone Filardi e dal Professore Roberto Pedrinelli, presentati dal Dott. Federico Mereta, in qualità di moderatore.

È stato sottolineato come i meccanismi responsabili della sindrome siano molteplici, trovando nella disfunzione endoteliale, nella risposta infiammatoria sistemica, come anche nella persistenza del virus e nella riattivazione di virus latenti alcuni dei protagonisti chiave. Durante la discussione sono stati inoltre riconosciuti nel profondo decondizionamento cardiaco e nella diatesi protrombotica, alla base di un più elevato rischio di sindrome coronarica acuta, le cause principali delle manifestazioni più tipiche della condizione, riportate in una percenutale di pazienti che si attesta tra il 15 ed il 30%: dolore toracico, dispnea da sforzo ed intolleranza all’esercizio fisico. In questo quadro risulta perciò chiaro come una marcata attenzione per fattori di rischio fondamentali quali ipertensione arteriosa e dislipidemia sia più che mai necessaria.