Shock cardiogeno… prevenire piuttosto che curare!

A cura di Monica Verdoia

Prevenire l’insorgenza dello shock, è questo il messaggio che è emerso da tutti i relatori del simposio che si è svolto in aula A alle ore 8.30, poiché una volta instaurato lo shock, esso promuove un loop dal quale è difficile uscire. Come ha evidenziato la Prof. Nodari, i farmaci inotropi e vasopressori sono gravati da un complesso utilizzo e da un elevato numero di effetti collaterali, a fronte di benefici terapeutici solo modesti. La dott. Cinzia Razzini ha quindi presentato le opzioni di trattamento in merito alla terapia sostitutiva renale e al supporto respiratorio, mostrando i più recenti avanzamenti in questo ambito, dalle strategie in uso routinariamente, come l’ultrafiltrazione a quelle meno comuni, quali la rimozione delle citochine infiammatorie. Nella terza relazione, il Prof. Massimo Iacoviello ha discusso, infine, del supporto meccanico al circolo. 

Contropulsatore, Impella o ECMO: la presenza oggi, di differenti dispositivi di assistenza al circolo, ma anche la possibilità di combinarli tra loro offrono certamente maggiori opzioni terapeutiche ai pazienti con instabilità emodinamica. Timing e comprensione dei meccanismi fisiopatologici determinanti, sono questi, ha concluso il prof. Fedele, i punti chiave nella gestione dello shock non considerati nelle linee guida, ma la cui considerazione può risultare fondamentale nella prognosi del paziente con shock.